La prevenzione psicologica a scuola

prevenzione psicologica a scuola

Quando a scuola si costruisce un’ effettiva inclusione scolastica è la stessa relazione educativa che assume una funzione di prevenzione psicologica

Obiettivo prioritario della prevenzione psicologica a scuola è promuovere un’effettiva inclusione scolastica.

Questo obiettivo è prioritario e trasversale perché le situazioni e i fattori di rischio su cui si interviene sono molteplici e sempre collegati tra loro. Tra questi, i principali che sono presenti nel percorso d’inclusione scolastica e nella relazione educativa:

  1. aggressività e discriminazione agita a livello socio-educativo e/o istituzionale-organizzativo;
  2. fenomeni di burn-out e stress lavoro correlato;
  3. situazioni di discriminazione inter-generazionale, e tra pari;
  4. fenomeni di aggressività verbale e/o abuso psicologico;
  5. isolamento affettivo ed esclusione sociale;
  6. l’uso di un linguaggio discriminatorio, di giudizi morali, etichette sociali, abilismo;
  7. situazioni di povertà educativa e culturale;
  8. la dispersione e l’ abbandono scolastico;
  9. espressioni predittive di devianza sociale, che nelle manifestazioni di bullismo è possibile riconoscere;
  10. difficoltà di apprendimento;

Un intervento sistematico sulla comunicazione promuove la diversità come una risorsa

( E QUINDI UN’ EFFETTIVA INCLUSIONE SCOLASTICA )

In ogni caso, un intervento focalizzato sulla dimensione comunicativa prevede una serie di presupposti o principi alla base:

  1. la tutela del diritto imprescindibile del/la discente: essere accolto/a da una comunicazione congrua alle sue capacità e quindi alla fase di sviluppo che attraversa;
  2. un principio di reciprocità nel dialogo: la comunicazione deve essere esule da logiche di affermazione autoritaria legate al ruolo e costruirsi su una dimensione orizzontale;
  3. l’interdipendenza tra dimensione organizzativo-amministrativa ed educativo-didattica;
  4. una comunicazione efficace pro-muove un confronto, e l’incontro, tra le persone;
  5. quei binari su cui l’apprendimento e i processi di crescita viaggiano: la novità e il cambiamento;
  6. le capacità di problem solving del gruppo classe, come soggetto unico, autonomo e sostenibile nei propri obiettivi;
  7. agevolare le persone a riconoscere la propria e altrui partecipazione legata all’ esperienza;
  8. il cambiamento si estende necessariamente al contesto e all’ambiente.

Infine, nel contribuire all’ inclusione scolastica, la prevenzione psicologica si pre-occupa di evitare che le difficoltà comunicative:
  • precludano il riconoscimento reciproco delle emozioni e delle motivazioni;
  • impediscano alla diversità di emergere nel gruppo, quale valore fondante della convivenza educativa;
  • limitino la diversità quale risorsa, che invece sempre arricchisce l’esperienza dell’ apprendimento e lo svolgimento della didattica;

Pertanto gli obiettivi dell’intervento sulla comunicazione possono svilupparsi in base a:

  • l’esercizio e l’apprendimeno della capacità di un gruppo di rendersi permeabile alle differenze individuali e di sviluppare la competenza sociale dell’ essere inclusivi;
  • la partecipazione di tutti/e, perché essa abilita uno spazio per la condivisione, la conoscenza e l’ esperienza collettiva di sentirsi parte degli altri, affettivamente e nell’intento degli sforzi per conseguire il successo didattico, personale e di gruppo;
  • la costruzione dell’inclusione scolastica sui pilastri dell’inclusione sociale, che sono: la partecipazione, la diversità e il riconoscimento reciproco dell’importanza delle qualità personali e del gruppo classe.

SENZA DIFFERENZE NON PUÒ ESSERCI INCLUSIONE SCOLASTICA, NÉ UNA PERSONALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI

L’inclusione scolastica si può definire come quel processo di costruzione della didattica fondata sulle emozioni collegate dall’esperienza dell’ apprendimento.

COME SI REALIZZA ?

  1. Qual è il modo per far si che TUTTI/E traggano beneficio dall’opportunità di apprendere in modi diversi ?
  2. Come proporre una didattica concretamente finalizzata all’inclusione e CO-PROGETTATA sugli obiettivi formativi e disciplinari ?
  3. In che modo fare educazione all’inclusione attraverso le emozioni, le motivazioni e l’uso di una comunicazione e di un linguaggio finalizzati all’ apprendimento e all’inclusione ?

È SOLO DI FRONTE A QUESTE DOMANDE, E A QUELLE PIÙ CONTINGENTI E SPECIFICHE DELLA SITUAZIONE,

CHE EMERGE LA PRIORITÀ DI RIFLETTERE ATTENTAMENTE SU UN PREMESSA:

LA DIDATTICA INCLUSIVA NON DIVIDE IL GRUPPO

Nella scuola e nella relazione educativa, tra le responsabilità di chi conduce e promuove l’inclusione scolastica, c’è sicuramente quella di rispondere attraverso il proprio operato, affermando che

LA DIDATTICA INCLUSIVA RI-UNISCE TUTTI/E NEL GRUPPO-CLASSE

E NON ESCLUDE NESSUNO/A.

Questa visione permette di concepire la relazione educativa come una sorgente illimitata per scoprire ed esercitare abilità, sviluppare nuove capacità e conoscersi.

Da questo bacino relazionale attingono le figure educative e tutto il personale scolastico, le famiglie, tutti gli studenti e tutte le studentesse.

Per concludere

In sintesi l’ impostazione di un intervento di prevenzione psicologica a scuola permette di:

  1. contenere la portata dei rischi menzionati all’inizio dell’articolo;
  2. migliorare le capacità del sistema educativo (familiare e scolastico) di rispondere in modo efficace alle esigenze della relazione educativa, di apprendimento e di sviluppo;
  3. sostenere la sfida più importante: la conduzione quotidiana del processo educativo (nel e per il gruppo classe) nel migliore modo possibile;
  4. costruire un modello di comunicazione al servizio dell’ inclusione scolastica incentrato sul diritto di partecipare con la propria unicità, il libero sentire delle emozioni e delle motivazioni, comunicando nel modo a sé più confacente ed efficace per apprendere.

Realizzare un’ effettiva inclusione scolastica appare spesso complicato.

Di frequente accade che si dimentichi dell’ importanza di cominciare a costruire dalle fondamenta, dalle persone e con le persone.

E proprio come per una torre di Babele, anche se completarla appare un ‘impresa impossibile, vale sempre la pena cominciare!

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